











Un estratto del reportage fotografico dai santuari animali, tra libertà, cura e resistenza. Tutto è iniziato da un’immagine. Una fotografia d’archivio scattata da Lunel Gloria: la testa di un maiale decapitato appesa a un filo, accanto ai panni stesi. Scorrendo le immagini dell’Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Lombardia (AESS), mi sono accorta che gli animali da cortile comparivano solo nel momento della loro morte o reclusione. Da questa assenza è nata la necessità di un racconto altro. Ursula è un reportage fotografico realizzato nel santuario Porcikomodi, a Magnago (MI), un luogo dove gli animali – maiali, capre, pecore, mucche, asini e altri – non devono produrre né servire, ma semplicemente esistere. Qui vivono liberi, in un tempo lento, senza violenza. Ho scelto un approccio intimo: dettagli ravvicinati dei corpi, serie fotografiche quasi immobili, polaroid scansionate. Un ritmo visivo che vuole restituire la calma e la dignità di queste presenze. Accanto alle immagini, i frammenti di un’intervista a Sara D’Angelo (fondatrice del santuario e della rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia) compongono un invito a conoscere questi spazi di resistenza etica e a immaginare un mondo non violento e antispecista. Il titolo è un simbolo ed un nome: Ursula. È il nome di una maialina assassinata dallo Stato nel santuario Cuori Liberi nel 2023.